In questo ultimo periodo, quando in ambito seo e marketing facciamo riferimento al “vocale” la prima cosa che ci viene subito in mente è la “vocal search” e di come questa cambierà le serp nei prossimi anni.
Ma oggi invece vogliamo parlare dei podcast, ovvero della possibilità per i brand di fare narrazione digitale (e dunque brand awareness) con la voce, uno strumento che sembrava passato di moda e che invece sta tornando con forza alla ribalta.
Sono i numeri a dirlo, e come al solito quelli provenienti dagli USA, che è sempre qualche anno avanti rispetto alle ultime tendenze del digital marketing che poi investiranno anche l’Europa e in particolare l’Italia: negli ultimi 10 anni i fruitori di contenuti audio sono più che raddoppiati e nell’ultimo anno appena trascorso (2018) sono stati ben 48 milioni gli utenti americani che hanno ascoltato almeno un podcast a settimana.
Numeri interessanti e in costante crescita, che stanno facendo riflettere molte aziende sui benefici di questo strumento per il proprio marketing.
Ma vediamo innanzitutto di capire esattamente che cos’è un podcast e come si realizza.
Podcast: cos’è e come si realizza
Il podcast è una tecnologia digitale che permette di ascoltare file audio distribuiti normalmente attraverso canali feed RSS e ai quali ci si può iscrivere per ricevere automaticamente gli aggiornamenti.
Nel podcast, a differenza di ciò che accade nella radio (che potremmo definirla la sua progenitrice), l’audio è digitalizzato e trasformato in un file posizionato su un determinato server, e al quale ci si potrà collegare per scaricarlo e ascoltarlo digitando nel browser un ben preciso URL.
Quindi il podcast non è “live” (voce in diretta), ma bensì una registrazione distribuita in “differita” (anzi, il termine più corretto è on-demand) attraverso un file audio a cui, tutti gli utenti interessati, potranno collegarsi (anche simultaneamente) per ascoltarlo; il podcast non prevede dunque la possibilità di interagire con chi sta parlando, ma potremmo sempre mettere a disposizione degli ascoltatori un sistema di commenti ai quali poi rispondere successivamente.
In tal senso, il podcast risulta essere uno strumento perfetto per tutti quei programmi narrativi “di nicchia” che si basano su una storia che ha “qualcosa da raccontare e da trasmettere”, e dunque perfetto per i brand che vogliono comunicare la propria storytelling.
Podcast per fare brand awareness
In un mondo sempre più veloce e multi-tasking, il podcast sembra prendersi la sua rivincita, con numeri in costante crescita.
Il podcast possiamo ascoltarlo anche mentre siamo intenti a fare altre cose e la voce narrante, come risulta da moltissimi studi psicologici, sembra possedere un impatto emotivo e sulla memoria dell’ascoltatore molto più forte di un documento da leggere.
Facilità di fruizione, assenza di distrazioni all’interno del messaggio, attenzione ed emozione: tutte qualità che un podcast ben realizzato possiede e che sono utilissime per rendere la propria storytelling più efficace e “ricordativa”.
La voce va a colpire il nostro sistema più arcaico di comunicazione, quando le “storie” erano trasmesse soltanto per via orale e affidate alla capacità mnemonica degli ascoltatori; per questo meccanismo, e in modo del tutto naturale e spontaneo, la menzione di un brand all’interno di un podcast ha il 16% in più di possibilità di essere ricordato e la brand awareness può risultare coinvolgente fino ad un incredibile 89% in più rispetto ad un messaggio testuale.
Ecco quindi che la voce torna di moda, ascoltata prevalentemente da smartphone mentre si è occupati in altro; diventa una compagna intima che guida poi le nostre scelte e preferenze con storie intense e accattivanti.