Nel 2020 si stima che le ricerche vocali rappresenteranno circa il 50% di tutte le ricerche effettuate su Google; ma non solo: la nostra voce sarà, durante tutto l’arco della giornata, il “tool” più utilizzato per interagire con gli “assistenti tecnologici” che ci circondano, dall’auto alla domotica di casa.
Anche il mondo dell’advertising online sarà sempre più influenzato dagli annunci vocali.
Il futuro che ci attende è certamente più audio e video che testuale.
L’ultimo update di Google, conosciuto con il nome di BERT, è andato proprio nel senso di migliorare la comprensione del linguaggio naturale e dunque interpretare in modo più esatto le domande degli utenti e i loro bisogni, offrendo così in serp risultati maggiormente attinenti e puntuali.
Ricerche vocali vs. Ricerche testuali
Effettuare ricerche con la voce cambia radicalmente le carte in tavola, quelle a cui siamo abituati da anni.
Parlare ci consente di comunicare meglio e più velocemente (e le macchine, grazie al “machine learning”, dovranno imparare a cogliere anche tutte quelle sfumature che un testo scritto per sua natura non è in grado di veicolare), ma non solo; utilizzare la voce ci libera le mani e, allo stesso tempo, non rende neanche più necessario uno schermo; lo scambio dialogico può avvenire anche mentre siamo impegnati in altre faccende (come ad esempio guidare, fare sport o preparare una cena).
Inoltre, recenti studi, sembrano confermare che una risposta ottenuta tramite ricerca vocale abbia ben il 30% in più di possibilità di portare ad una conversione positiva.
Quindi, quello che si prospetta nel prossimo futuro, è un ambiente digitale in cui interagiremo in modo molto più diretto con algoritmi guidati dall’intelligenza artificiale, e dove le nostre scelte ed acquisti saranno guidati da suggerimenti vocali.
Su questa nuova direzione che la tecnologia sta dando anche al mondo digitale, cominciano a nascere realtà nuove, ancora sperimentali certo, ma che rimarcano il senso che il futuro sta imboccando.
Una di queste è sicuramente rappresentata dal nascente social network “HearMeOut”, una piattaforma basata sulla voce in cui è possibile condividere nostre registrazioni audio e ascoltare quelle realizzate dagli altri.
La filosofia che guida questo nuovo social network è che la voce dice molto di più di un testo, esprime in maniera più compiuta il concetto e l’anima di una persona.
E come abbiamo accennato in apertura, anche la parte relativa al marketing a pagamento sta cominciando ad aprirsi alle prime realizzazioni di “vocal advertising”, con messaggi puramente audio coinvolgenti ed emozionanti.
Possiamo dunque concludere che la “vocal search” rappresenterà per il mondo seo una bella sfida, in cui ci si troverà ad affrontare query vocali molto più articolate di quelle testuali, ricche di sfumature, ma anche di empatia e relazione informale. Un pezzettino in più di “anima” dovrà cominciare ad essere studiata anche in ottica seo.
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