Sono esperienze immersive, che servono a creare un’aura scanzonata e rilassante intorno a un ben determinato momento. Quelle della moderna strategia di ‘gamification’ sono infatti parentesi di una giornata dove colori e suoni la fanno da padroni, insieme al diffuso senso della sfida legata alla conseguente ricompensa che guida i singoli comportamenti.
E’ questo in sintesi il significato di ‘gamification’: le persone partecipano a un vero e proprio gioco, che equivale a una parte del viaggio di un consumatore tipo attorno a un prodotto. Con l’aspetto ludico che viene enfatizzato per massimizzare il coinvolgimento.
Una strategia adottata anche dalle aziende, per esempio con la sfida per eleggere l’impiegato del mese, con l’obiettivo di migliorare sia l’ambiente lavorativo che lo spirito del team e dei dipendenti.
La decisione di sfruttare il marketing del “game”
Il brand che decida di puntare su una strategia di gamification marketing dovrà iniziare individuando un target preciso di utenti, oltre che un obiettivo finale che le persone saranno invitate a raggiungere. Per capire se e quanto l’azione di gamification stia avendo successo, comunque, quest’ultima dovrà essere costantemente monitorata.
Tra gli esempi di gamification quello della Coca Cola è emblematico. In una fortunata campagna pubblicitaria l’utente che avesse installato una determinata applicazione per smartphone poteva interagire con uno spot televisivo: un gesto che consentiva di vincere premi in modo istantaneo e dalla poltrona di casa. Nel nome, soltanto, della velocità dei riflessi. Perché è una strategia vincente? Una volta che l’utente-giocatore impara come ottenere quella ricompensa per ogni determinata azione, agirà sempre in quel modo. Con una diretta fidelizzazione nei confronti di quel brand (brand awareness).
Un altro degli esempi di gamification è poi quello di M&M’s, con il suo muro di chicchi di cioccolata a riempire lo schermo del computer nel gioco. Gli utenti, in quella campagna pubblicitaria, dovevano andare letteralmente a caccia dell’unico pretzel nascosto tra le palline colorate. Scatenando, in una reazione a catena, migliaia di like su Facebook, commenti e condivisioni.
Le parole chiave della strategia
Tra le parole chiave di una corretta strategia di gamification ci sono senza dubbio creatività e semplicità. Innanzitutto perché il consumatore moderno ha sviluppato ormai una grande pigrizia, anche mentale, sempre più difficile da scalfire. Così le ‘regole del gioco’ devono essere chiare e suscitare subito attenzione, oltre che curiosità, come pure intuitivo dev’essere anche il meccanismo che sbloccherà il premio e garantirà di ottenere un successo.
E poi, soprattutto, l’esperienza deve essere accattivante: il coinvolgimento, in altre parole, deve essere stimolato anche a livello visivo e di lettura. Questo sempre mettendo in buona evidenza il brand, magari con la creazione anche di una app specifica scaricabile su smartphone per migliorare l’esperienza stessa.
Il momento ideale per fare ricorso alla strategia di gamification è senza dubbio quello della presentazione di un nuovo servizio o prodotto. La familiarità con questi ultimi può essere stimolata proprio dal gioco, visto che ormai i vantaggi che l’utente cerca non sono più solo e soltanto di tipo meramente economico ma vanno a coinvolgere anche la galassia dell’intrattenimento personale (marketing emozionale e storytelling).
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