Il Google BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers) update è certamente un aggiornamento molto significativo dell’algoritmo del più noto dei motori di ricerca, probabilmente il più importante degli ultimi anni dopo Hummingbird (2013) e RankBrain (2015).
BERT è figlio di tutta quella parte di scienza che in Google si occupa di Intelligenza Artificiale e comprensione del Linguaggio Naturale, che sempre più importanza avrà da ora in poi e nel prossimo futuro. In particolare, BERT dovrebbe permettere all’algoritmo di comprendere meglio le query degli utenti grazie ad una tecnologia che analizza il linguaggio in maniera bi-direzionale, e dando maggiore rilevanza alle parole di contesto vicine tra loro.
E’ veramente molto complesso provare a spiegare ciò che sta “dietro le quinte” di BERT; in questa sede basti sapere che questo update permetterà a Google di comprendere molto meglio il senso di moltissime query, e soprattutto quelle di origine vocale, che sono in crescita costante.
Questo è infatti ciò che dice Google su BERT:
“Questi cambiamenti sono orientati al miglioramento della comprensione del linguaggio, in particolare per query più linguistiche / conversazionali, in quanto BERT è in grado di aiutare la Ricerca a comprendere meglio la sfumatura e il contesto delle parole nelle Ricerche e ad abbinare meglio quelle query con risultati utili. Soprattutto per query più lunghe e più conversazionali o ricerche in cui preposizioni come “per” e “come” contano molto per il significato, BERT sarà in grado di comprendere il contesto delle parole nella query. Il tutto rende la ricerca più naturale”.
Google BERT update: come impatterà sui motori di ricerca
BERT analizza e comprende meglio le query effettuate dagli utenti (impatterà sul circa il 10% delle serp) e quindi, almeno in modo diretto – come afferma lo stesso Danny Sullivan di Google – non ci sono novità SEO che possiamo mettere in atto per “entrare nelle grazie” del nuovo update.
Le cose da fare sono quelle di sempre, quelle su cui la comunità SEO sta battendo il tasto da alcuni anni: contenuti di qualità, verticali, scritti possibilmente da esperti riconosciuti e che soddisfino i reali bisogni degli utenti; a livello tecnico si richiede certamente velocità di caricamento e una corretta implementazione dei dati strutturati.
Vero è, però, come abbiamo appena detto, che le ricerche vocali la faranno sempre più da padrone, e quello che pronunciamo con la voce non è uguale a ciò che digitiamo; quindi, una certa ottimizzazione del copy per cercare di intercettare al meglio e soddisfare delle query vocali la si può certamente provare a fare.
Quindi, dei testi scritti in modo molto più naturale e discorsivo, nello stile di risposte precise a domande frequenti e probabilmente più legate alla vita quotidiana e fattuale (“come fare…”, “dove trovare…”, ecc.).
Terminiamo questo articolo dedicato al Google BERT update con un esempio in stile “prima e dopo” di un risultato differente (e adesso migliore!) con cui Google risponde alla medesima domanda; come si vede dallo screenshot, il motore di ricerca interpreta ora alla perfezione il senso della domanda e risponde in modo molto più esatto, offrendo all’utente ciò che stava effettivamente cercando.
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