Quando si parla di voice search non bisogna fare l’errore di ritenere che questo concetto sia semplice e privo di segreti. Partiamo da una prima definizione di questa tipologia di ricerca, precisando che essa consente di sondare il web grazie al riconoscimento vocale e agli assistenti digitali. Siamo già abituati a dare del ‘tu’ a quegli accessori per la smart home che abbassano le luci della camera oppure mettono su una musica rilassante mentre cuciniamo. Il ruolo dell’assistente vocale, specie nel recente passato, si è sempre più rafforzato andando di fatto a modificare le nostre abitudini e i comportamenti.
La voice search, oltre a influire su quelli che sono i nuovi servizi vocali, è anche in grado di agire sul nostro modo di fare ricerche su internet. Di conseguenza, influisce sul nostro modo di intendere e fruire dei motori di ricerca. Senza dubbio cercare un’informazione digitando le parole, in modo da ottenere il risultato sperato nella SERP, è meno immediato della stessa richiesta fatta con il linguaggio naturale, rivolta al dispositivo. Quest’ultima appare come una soluzione molto interessante specie nel caso in cui le mani siano impegnate o vi sia una particolare urgenza in relazione all’ottenimento di una risposta.
Voice search: ricerche a mani libere e ottimizzazione dei processi
La nuova generazione, per sua essenza legata a doppio filo alle evoluzioni del web e alla tecnologia, sta tornando un passo indietro. La voce, che sembrava essere stata ‘archiviata’ dall’impiego di schermi e tastiere, torna infatti prepotentemente in auge. È lei a cambiare ancora (e velocizzare) le carte in tavola. Gli sms con i caratteri limitati hanno prima lasciato spazio alle chat e ai ‘gruppi’, per passare poi ai messaggi vocali. L’utilizzo della voce, infine, ha riguardato le modalità di ricerca online.
La ricerca vocale, che si avvia grazie all’assistente dello smartphone, è già sfruttata da moltissime persone. Il più delle volte si utilizza per andare non soltanto alla ricerca di info, ma anche di prodotti da acquistare. Le query che restano senza risposta ormai sono una minoranza e il motivo è presto detto: l’assistente, dopo una fase di rodaggio, ha raggiunto livelli di performance assoluti. Entra allora in gioco un nuovo concetto, quello di Voice search optimization (abbreviata spesso in VSO), ovvero ‘ottimizzazione della voce’.
La strategia che consente di migliorare il customer journey
Nel caso di un sito di e-commerce, visto che come detto le persone spesso cercano prodotti da comprare ‘con la voce’, diventa importante supportare i clienti rispondendo in maniera esaustiva e comprensibile alle loro molte e legittime domande in merito ai prodotti stessi.
Prendiamo come esempio una persona in cucina nel bel mezzo dell’esecuzione di una ricetta (o comunque con le mani occupate), assalita da un dubbio. La voice strategy può diventare essenziale, offrendo info in modo veloce e sicuro, migliorando il customer journey.
Un contesto in cui potrà pure inserirsi il podcast marketing, che fa anch’esso leva sullo strumento della voce e che potrà essere impiegato per uno storytelling virtuoso. Da tenere presente una regola aurea, che è pure una sfida: quando bisogna offrire info e contenuti, si deve ricordare che gli utenti non parlano allo stesso modo in cui scrivono e cercano cose.
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