Soddisfare le aspettative dei propri utenti è il mantra di qualsiasi impresa o brand che si lanci e voglia imporsi sul mercato. Accade oggi, ormai sempre più di frequente, che tra le strategie ritenute migliori per fare breccia nel cuore dei propri interlocutori ci sia il cosiddetto cause marketing. Un modo per differenziarsi e rendersi protagonisti della scena, facendo leva sulle emozioni e la necessità di salvaguardare l’ambiente e in generale la società da situazioni di crisi.
Come funziona e qual è il suo significato?
In pratica, con le parole ‘cause related marketing’ (o più semplicemente ‘cause marketing’), si fa riferimento a quel marketing di tipo relazionale che è capace di mettere insieme gli sforzi di un’azienda a scopo di lucro e quelli di una organizzazione no profit, in modo da riuscire a trarne un doppio e reciproco beneficio.
Si tratta di una pratica dal sicuro e importante appeal, che si è sviluppata nell’ultimo decennio assieme a una più generale consapevolezza globale, su quelle che sono difficoltà da superare e disuguaglianze da combattere.
La scelta della “causa” da sostenere
Occorre predisporre un finanziamento oppure una certa strategia di tipo promozionale dove l’azienda si adopera per vendere un determinato prodotto per poi andare a donare una percentuale del fatturato ottenuto a un ente benefico, precedentemente individuato.
Bisogna fare un fondamentale distinguo, poiché questa operazione potrebbe essere confusa con un’azione di filantropia: in questo caso però il denaro che viene investito in cause marketing è considerato come un investimento che prevede per sua essenza di creare un ritorno di immagine all’impresa (ovvero, fare brand awareness).
La predisposizione positiva che si crea nell’utente è l’obiettivo di queste operazioni di cause marketing, specie per quanto riguarda la fascia dei giovani che sempre di più si preoccupano per il futuro del pianeta e delle popolazioni.
In parole povere, l’impressione del brand che si impegna per ‘cambiare le cose’ permette a quest’ultimo di guadagnare in termini di lealtà e fiducia. La strategia si compone di poche e semplici fasi, la prima delle quali è naturalmente la scelta della ‘causa’ da sposare.
Esempi di cause marketing, tra ricerca scientifica e strutture mediche
Tra gli esempi concreti di strategie vincenti di cause marketing si ricorda la partnership tra ‘CheBanca’ e Fondazione Veronesi per la ricerca scientifica, oppure ancora quella tra Oviesse e SaveTheChildren per il finanziamento di strutture mediche in Africa.
Questo perché il fine ultimo è quello di lasciare un segno che sia facilmente identificabile e la cui importanza sia tangibile: la trasparenza, poi, è importante a ogni livello e soprattutto per quanto riguarda l’individuazione chiara di quali siano gli obiettivi che la campagna punta a raggiungere.
Naturalmente, sarà decisivo anche il momento di scegliere i propri partner, che andranno a condividere la strategia: alleanze che per l’utente finale, e il cliente in generale, chiamato a interpretare la bontà del messaggio e del gesto compiuto, saranno apprezzate quanto più saranno adeguate allo sforzo.
Quando si mettono in piedi e si consolidano delle partnership di rilievo, sempre più riconoscibili per l’opinione pubblica, si potranno accrescere di conseguenza le opportunità per quel progetto di cause marketing di essere longevo e di successo.
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