Core Web Vitals metriche di Google per aiutare gli sviluppatori a capire la page experience.

 

In questo articolo analizziamo qualcosa di più su una delle metriche di Google: la Core Web Vitals. Un parametro funzionale agli sviluppatori per capire e far capire quello che gli utenti vogliono vedere attraverso le pagine web.

Un fattore di ranking capace, all’interno della Page Experience, di dare una spinta importante per quanto riguarda il posizionamento SEO sulle SERP degli utenti.

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Ciò nonostante sono un numero ridotto i siti che utilizzano questo particolare aggiornamento messo in campo da Big G: esattamente solo il 20%. 

Un numero davvero basso a fronte, come vedremo, di un elemento capace di fare la differenza sotto molteplici punti di vista.

Eppure la Core Web Vitals Google l’ha iniziata a introdurre da più di due anni, motivo per cui il tempo per essere al passo con i tempi c’è stato tutto.

Un concetto nato all’interno di quello della Page Experience, suscitando l’attenzione dei diversi addetti ai lavori del settore della Comunicazione Digitale.

Ma non perdiamo altro tempo: vediamo meglio cos’è, a cosa serve e perché utilizzare proprio questa tra le metriche di Google per offrire un servizio valutato positivamente dagli utenti e, conseguentemente, dare un input importante al fatturato dell’azienda.

Cos’è Core Web Vitals

Come abbiamo accennato, della Core Web Vitals, Google ne parla da oltre due anni.

Si tratta di “Segnali Essenziali Web”, così potremmo tradurre l’espressione inglese, ovvero metriche di alto livello che consentono la misurazione esatta degli aspetti cruciali per favorire l’esperienza utenti sui siti web.

Upgrade inglobati all’interno di un concetto più ampio, quello della Page Experience appunto, funzionale a dare valore ulteriore alla User Experience sulle pagine mobile, esteso successivamente anche alle pagine desktop.

La Core Web Vitals mette in risalto elementi quali la velocità, la stabilità, il tempo con cui un sito web risponde nel breve e nel lungo termine, sia per le pagine mobile sia per quelle desktop.

Avevamo avuto modo di accennare a questa metrica già nel giugno 2021, analizzando qualcosa di più all’interno di un articolo riguardante i primi aggiornamenti Page Experience Update, offrendo un punto di vista sul presente e sul futuro imminente.

Eppure da allora sono diversi i siti a essere in ritardo e solo uno su cinque ha tenuto conto degli aggiornamenti, superando le soglie stabilite da Google.

Un vero peccato, dal momento che i Segnali Essenziali Web sono applicati a tutte le pagine che si trovano online. E sono una misura efficace, capace di far risparmiare risorse quando messa in campo nel modo corretto.

 

A cosa serve Core Web Vitals

 

La Core Web Vitals, Google la concepisce per migliorare l’esperienza utenti sui siti web. Gli indicatori presenti al suo interno, i “core” appunto, sono suddivisi secondo tre tipologie:

  • LPC o Largest Contentful Paint: sono parametri inerenti la velocità di caricamento.
  • FID o First Input Delay: gli elementi che fanno riferimento all’interattività della pagina.
  • CLS o Cumulative Layout Shift: sono misure che si riferiscono alla stabilità visiva del caricamento.

Ma entriamo nel dettaglio, analizzando ogni “Segnale Essenziale Web” così da avere un quadro complessivo di quanto richiesto dal Gigante di Mountain View.

Anche perché si tratta di elementi misurabili che forniscono punti di riferimento importanti per il posizionamento SEO.

LCP o Largest Contentful Paint

Un parametro che, come suggerisce l’espressione, fa riferimento alla velocità di caricamento dell’elemento più grande all’interno della schermata visibile all’utente.

Il motivo di questa scelta è semplice, in quanto viene riconosciuto al contenuto di dimensioni maggiori un valore principale in termini di importanza. A essere analizzati sono:

  • Immagini di tipo “img”;
  • Immagini di tipo “image” dentro a elementi “svg”;
  • Elementi video;
  • Immagini di background caricate tramite la funzione url e presenti dentro i CSS;
  • Elementi a livello di blocco che contengono testo;

All’interno della Page Experience vengono, quindi, penalizzati contenuti che appaiono più invasivi come titoli o immagini di apertura troppo ingombranti nonché immagini pop-up e simili.

FID o First Input Delay

I FID rappresentano il ritardo che si verifica con la prima interattività, sia quando si fa un touch da mobile sia nel caso di un click a un link su desktop.

All’interno della Core Web Vitals, Google considera unicamente il ritardo che si registra a partire dal primo input delay, per via del fatto che è questo a rappresentare la prima impressione relativamente al fatto che un sito sia responsive o meno.

Un’altra motivazione per cui Google ha operato questa scelta è che ha notato come i problemi maggiori rispetto all’interattività si verifichino mentre è in corso la velocità di caricamento della pagina.

Sostanzialmente, migliorando i tempi di risposta fin dalla fase iniziale si riesce a ottenere un’esperienza utenti sui siti web ottimale a livello complessivo. Ecco perché tale parametro è importante per la User Experience.

CLS o Cumulative Layout Shift

Il CLS fa riferimento alla stabilità visiva del caricamento: le modifiche del layout che tendono a verificarsi nel corso del caricamento degli elementi della pagina.

Non di rado le pagine del sito web sono acquisite in maniera asincrona, portando modifiche impreviste all’interno della struttura visiva della pagina, influendo in maniera indesiderata (e negativa) sull’esperienza utenti sui siti web.

Gli elementi a cui stare attenti sono diversi, per preservare questo core.

Buone pratiche sono, ad esempio, evitare immagini o video che presentano dimensioni sconosciute, così come valutare la presenza di parti terze che hanno comportamenti finali differenti da quelli originari.

Perché usare il Core Web Vitals

La Core Web Vitals è una delle metriche di Google su cui si rivela utile e semplice intervenire per migliorare il posizionamento SEO di un sito web.

Qualcosa su cui agire è utile non solo per essere primi sui motori di ricerca e all’interno delle SERP degli utenti, ma anche per migliorare l’effettiva funzionalità delle proprie pagine web.

Non a caso riguarda la Page Experience, rivelandosi un fattore di ranking di assoluta utilità per qualsiasi tipo di sito.

Il motivo è semplice: influenza in maniera diretta la User Experience, ovvero la soddisfazione delle persone nel momento in cui fruiscono le pagine web. Intervenendo sulla UX si ha modo di agire a livello strategico nella fidelizzazione e nel miglioramento delle vendite.

Il risultato finale del lavorare attraverso la Core Web Vitals Google è, quindi, in termini di Return of Investment con effetti non solo nel breve ma nel lungo periodo.

Un fattore di ranking che non andrebbe semplicemente predisposto all’inizio dello sviluppo del sito web ma mantenuto nel tempo, investendo in maniera mirata ogni volta.

Questo perché migliorando l’esperienza utenti sui siti web si riesce a influire anche sulle loro customer journey.

Conclusioni

Dare valore alla Google Core Web Vitals permette, oltre che di influire sull’ottimizzazione sui motori di ricerca delle pagine online, di rendere migliore la navigazione degli utenti, con un complessivo miglioramento a tutto tondo.

Un sito veloce, efficiente e ben strutturato si rivela fondamentale per migliorare le conversioni, incentivare la presenza dei clienti online sapendo di trovare, ogni volta che lo desiderano, un sito piacevole da scoprire.

Un modo che consente al target di riferimento di scoprire i servizi e le opzioni messe in campo dall’azienda, a cui viene data visibilità e valore.

Elementi che hanno un impatto dal punto di vista del marketing e di conseguenza del fatturato se si considera che la percentuale di quanti sono propensi ad acquistare a fronte di una UX positiva è pari al 67%.

Avete letto: “Il punteggio della Page Experience con la Core Web Vitals”.