I social sono sempre stati un ambiente in continua evoluzione, evoluzione sempre più veloce e sempre più complessa. Durante la quarantena però hanno incrementato ancora di più la loro complessità cercando di soddisfare l’esigenza che avevano le aziende di avere una presenza digitale che le rispecchiasse il più possibile. Vediamo quindi quali sono le principali differenze tra il periodo prima della quarantena e quello dopo la quarantena.
Una maggiore attenzione alle fonti
Su Facebook, Instagram e Youtube sono apparsi ovunque tutta una serie di banner che invitano a informarsi su siti istituzionali che sono quindi una fonte certa. Conosciamo tutti molto bene infatti la piaga delle fake news sul web e come queste possano portare le persone a fare delle scelte sbagliate e irresponsabili. Sempre che anche queste piattaforme si siano rese conto di questa problematica e abbiano deciso di inserire questi banner appositamente per ricordare alle persone di prendere le informazioni solo da fonti affidabili e non da persone che si millantano dottori sulla rete.
Se ci pensate l’inserimento di questi banner rappresenta da parte dei social anche l’ammissione di una certa responsabilità sociale nei confronti dell’informazione e di come questa circola sulla rete, speriamo che non si limitino all’emergenza CO-VID, ma continuino su questa strada.
Un sempre maggiore supporto alle imprese locali
Da questa emergenza tutte le attività saranno sicuramente danneggiate, ma è indubbio che alcune siano più in crisi di altre, basti pensare ad esempio a bar, ristoranti e attività turistiche.
Proprio per aiutarle i social si sono attivati per rendere la loro presenza digitale ancora più competitiva e forte, da poco ad esempio Instagram ha inserito delle specifiche call-to-action per ordinare del cibo direttamente sulla piattaforma con la notevole semplificazione dell’ordinazione da parte del ristoratore. Youtube aveva lanciato (poco prima dell’emergenza) un progetto per permettere a tutti di realizzare piccoli video pubblicitari sulla piattaforma da sponsorizzare tramite Google ADS.
Insomma sembra anche i social si siano resi conti del tessuto imprenditoriale italiano e di come questo sia costituito da piccole e medie imprese che molto spesso non hanno la possibilità di usufruire dei social come invece potrebbero.
Crediti per le sponsorizzazioni
In questo caso invece parliamo di Google: il motore di ricerca ha infatti stanziato circa 340 milioni di dollari per aiutare piccole e medie imprese sulla rete, dandoli in sostanza come dei crediti sulle sponsorizzazioni. Chiaramente una mossa intelligente con lo scopo di avvicinare chi prima non lo faceva a sponsorizzare sul motore di ricerca, ma è comunque indubbio che si tratti di un vero aiuto concreto per trovare nuovi clienti sulla rete.
Dopo questa emergenza abbiamo tutti capito una cosa: la rete è fondamentale, lo era anche prima dell’emergenza, ma ormai è sotto l’occhio di tutti. Tieni anche presente che le persone gioco forza si sono dovute abituare ad acquistare online, quindi sulla rete sono presenti tutta una serie di nuovi utenti che possono essere sicuramente raggiunti anche tramite i social. A quanto pare l’online da problema si è trasformato in opportunità.